Il Teatro Comunale Chiabrera è il più bel teatro storico in funzione della Liguria e dal 1883 è interamente di proprietà comunale.
L’edificio presenta una facciata con un portico esterno sorretto da 4 colonne doriche di marmo e altrettante superiori in cemento e marmo di stile ionico che sorreggono un frontone triangolare. La sala, “all’italiana”, con 4 ordini, 3 dei quali originariamente a palchetti (62 in totale) e, a seguito di un restauro della fine degli anni cinquanta, trasformati in balconate, ha una capienza di 626 posti. L’Architrave dorato e le colonne corinzie laterali riprendono la decorazione del San Carlo di Napoli mentre gli stucchi, meno direttamente, quella del Teatro alla Scala di Milano. La volta è divisa in 8 spicchi e affrescata con figure allegoriche rappresentanti le otto arti della tradizione classica (Tragedia, Commedia, Poesia, Musica, Danza, Pittura, Architettura e Scultura) e medaglioni realizzati dal pittore genovese Carlo Danielli su bozzetti di Gaetano Borgocaratti di Mondovì.
Nel 1842, sia in conseguenza dello sviluppo economico e demografico della città, sia per l’insistenza dell’emergente classe borghese nel vedere sostituito il piccolo e inadeguato Teatro Sacco, il Comune di Savona acquista un’area per la costruzione di un nuovo teatro ma boccia alcuni progetti perché eccessivamente costosi. Fra il 1849 e il 1850 il Regno Sardo bandisce allora un concorso pubblico, esteso agli altri Stati italiani, vinto dall’architetto messinese Carlo Falconieri. Nel novembre 1850 il cantiere si apre sotto la direzione prima della ditta di Andrea Casanova e poi dell’architetto savonese Giuseppe Cortese. L’eccezionale costo dell’opera è di quattrocentomila lire nuove piemontesi.
Il primo ottobre 1853 il nuovo Teatro Chiabrera è solennemente inaugurato con l’Attila di Giuseppe Verdi.
Dopo la chiusura temporanea del teatro nel 1854/55, a causa dell’epidemia di colera, l’attività artistica riprende quasi senza interruzioni fino alla prima guerra mondiale, con stagioni che offrono al pubblico nomi importanti e manifestazioni culturali non solo di spettacolo.
Successivamente alla chiusura per i danni subiti nel corso dei bombardamenti del 1942 e per i necessari lavori di recupero, avviati nel 1954, l’attività riprende nel 1963 con il Falstaff di Verdi per la stagione lirica, La Resistibile Ascesa di Arturo Ui di Brecht per quella di prosa e con la commedia musicale Buonanotte Bettina di Garinei e Giovannini.
Al crollo di una porzione della volta, nel 1999, segue un importante restauro, fino alla riapertura, nel 2005, con un concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Oggi il Teatro Chiabrera è tra i principali teatri di prosa della regione, sede anche di altri generi artistici, ed importante riferimento sociale e culturale per tutta la città.
Il teatro è dedicato a Gabriello Chiabrera, poeta savonese e autore di drammi e libretti d’opera, raffigurato nel bassorilievo del timpano. Nella facciata neoclassica, poste in nicchie all’altezza del colonnato, due statue raffigurano Metastasio e Rossini, mentre nella parte inferiore, ai lati del pronao marmoreo, sono collocate le statue di Alfieri e Goldoni, su bozzetto di Santo Varni. Tre gli ingressi, corrispondenti alle arcate del pronao; al piano superiore si trova un raffinato ridotto.
In origine, la sala, tipicamente ottocentesca nelle ricche tappezzerie, velluti e decorazioni neoclassiche, era a ferro di cavallo, con una capienza di circa mille persone fra platea, palchi e loggione. Al piano più basso, un palco lasciava il posto all’entrata in platea, mentre quello centrale del secondo ordine, ornato da un baldacchino di velluto, era riservato al sindaco e agli ospiti illustri. Il palcoscenico era sovrastato da un architrave dorato e delimitato da quattro colonne corinzie mentre il boccascena era chiuso da un magnifico sipario all’italiana, purtroppo andato distrutto in un incendio nell’aprile del 1883, eseguito dal pittore Gaetano Borgo Caratti. Il soffitto della platea era suddiviso in otto spicchi “ornati”, opera dello svizzero Giuseppe Mola al cui interno il figurista Michele Cesare Danielli aveva affrescato le arti personificate della tradizione classica.
Numerosi restauri si sono succeduti nel tempo: quello seguito ai bombardamenti, fra il 1954 e il 1963, con la ricostruzione in cemento armato delle strutture lignee portanti, la modifica della sala e dei palchi e la revisione degli impianti; quello del 1984 per arrestare il processo di degrado che interessava l’intero edificio ed adeguarlo alle normative di sicurezza; quello per il recupero successivo al crollo della volta, fra il 2003 e il 2005, occasione anche per ulteriori sistemazioni e adeguamenti.
Il Teatro Comunale Chiabrera è il più bel teatro storico in funzione della Liguria e dal 1883 è interamente di proprietà comunale.
L’edificio presenta una facciata con un portico esterno sorretto da 4 colonne doriche di marmo e altrettante superiori in cemento e marmo di stile ionico che sorreggono un frontone triangolare. La sala, “all’italiana”, con 4 ordini, 3 dei quali originariamente a palchetti (62 in totale) e, a seguito di un restauro della fine degli anni cinquanta, trasformati in balconate, ha una capienza di 626 posti. L’Architrave dorato e le colonne corinzie laterali riprendono la decorazione del San Carlo di Napoli mentre gli stucchi, meno direttamente, quella del Teatro alla Scala di Milano. La volta è divisa in 8 spicchi e affrescata con figure allegoriche rappresentanti le otto arti della tradizione classica (Tragedia, Commedia, Poesia, Musica, Danza, Pittura, Architettura e Scultura) e medaglioni realizzati dal pittore genovese Carlo Danielli su bozzetti di Gaetano Borgocaratti di Mondovì.
Nel 1842, sia in conseguenza dello sviluppo economico e demografico della città, sia per l’insistenza dell’emergente classe borghese nel vedere sostituito il piccolo e inadeguato Teatro Sacco, il Comune di Savona acquista un’area per la costruzione di un nuovo teatro ma boccia alcuni progetti perché eccessivamente costosi. Fra il 1849 e il 1850 il Regno Sardo bandisce allora un concorso pubblico, esteso agli altri Stati italiani, vinto dall’architetto messinese Carlo Falconieri. Nel novembre 1850 il cantiere si apre sotto la direzione prima della ditta di Andrea Casanova e poi dell’architetto savonese Giuseppe Cortese. L’eccezionale costo dell’opera è di quattrocentomila lire nuove piemontesi.
Il primo ottobre 1853 il nuovo Teatro Chiabrera è solennemente inaugurato con l’Attila di Giuseppe Verdi.
Dopo la chiusura temporanea del teatro nel 1854/55, a causa dell’epidemia di colera, l’attività artistica riprende quasi senza interruzioni fino alla prima guerra mondiale, con stagioni che offrono al pubblico nomi importanti e manifestazioni culturali non solo di spettacolo.
Successivamente alla chiusura per i danni subiti nel corso dei bombardamenti del 1942 e per i necessari lavori di recupero, avviati nel 1954, l’attività riprende nel 1963 con il Falstaff di Verdi per la stagione lirica, La Resistibile Ascesa di Arturo Ui di Brecht per quella di prosa e con la commedia musicale Buonanotte Bettina di Garinei e Giovannini.
Al crollo di una porzione della volta, nel 1999, segue un importante restauro, fino alla riapertura, nel 2005, con un concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Oggi il Teatro Chiabrera è tra i principali teatri di prosa della regione, sede anche di altri generi artistici, ed importante riferimento sociale e culturale per tutta la città.
Il teatro è dedicato a Gabriello Chiabrera, poeta savonese e autore di drammi e libretti d’opera, raffigurato nel bassorilievo del timpano. Nella facciata neoclassica, poste in nicchie all’altezza del colonnato, due statue raffigurano Metastasio e Rossini, mentre nella parte inferiore, ai lati del pronao marmoreo, sono collocate le statue di Alfieri e Goldoni, su bozzetto di Santo Varni. Tre gli ingressi, corrispondenti alle arcate del pronao; al piano superiore si trova un raffinato ridotto.
In origine, la sala, tipicamente ottocentesca nelle ricche tappezzerie, velluti e decorazioni neoclassiche, era a ferro di cavallo, con una capienza di circa mille persone fra platea, palchi e loggione. Al piano più basso, un palco lasciava il posto all’entrata in platea, mentre quello centrale del secondo ordine, ornato da un baldacchino di velluto, era riservato al sindaco e agli ospiti illustri. Il palcoscenico era sovrastato da un architrave dorato e delimitato da quattro colonne corinzie mentre il boccascena era chiuso da un magnifico sipario all’italiana, purtroppo andato distrutto in un incendio nell’aprile del 1883, eseguito dal pittore Gaetano Borgo Caratti. Il soffitto della platea era suddiviso in otto spicchi “ornati”, opera dello svizzero Giuseppe Mola al cui interno il figurista Michele Cesare Danielli aveva affrescato le arti personificate della tradizione classica.
Numerosi restauri si sono succeduti nel tempo: quello seguito ai bombardamenti, fra il 1954 e il 1963, con la ricostruzione in cemento armato delle strutture lignee portanti, la modifica della sala e dei palchi e la revisione degli impianti; quello del 1984 per arrestare il processo di degrado che interessava l’intero edificio ed adeguarlo alle normative di sicurezza; quello per il recupero successivo al crollo della volta, fra il 2003 e il 2005, occasione anche per ulteriori sistemazioni e adeguamenti.