Nel centro di Levanto sorgeva una loggia, documentata dal XIII secolo, in cui si trovavano una pesa e la dogana, a 50 metri la darsena e un ospitale annesso alla chiesa di Sant’Andrea, documentato ancora nel 1584, testimoni dell’attività portuale del centro rivierasco. Sulla collina poco distante proprio sopra la loggia si trova l’oratorio di San Giacomo sede di una confraternita che affonda le radici del XIII secolo. Il sovrapporta marmoreo dell’oratorio della metà del XV secolo, proveniente da un edificio precedente, è uno dei più interessanti documenti raffiguranti il pellegrino diretto a San Jacopo di Compostela, rappresentato con veste e bordone, bisaccia, zucca per l’acqua e la conchiglia jacopea naturalmente realizzata, a testimoniare il viaggio verso finis terrae. Nello stesso edificio si conserva un interessante stendardo in tessuto dipinto che raffigura “San Giacomo Matamoros”.
L’immagine del Santo cavaliere, protettore dei fedeli cristiani, si diffuse in Europa grazie a Carlo V che, divenuto erede al trono di Spagna nel 1516, assunse come proprio patrono San Giacomo combattente. L’opera di Levanto, realizzata nel 1823 e restaurata nel 2009, una delle poche in Liguria a raffigurare il Matamoros, rappresenta il Santo con i tipici attributi iconografici: la mantella del pellegrino, con conchiglia sul lato destro, riferimento al pellegrinaggio e la croce simbolo dell’ordine di Santiago sul lato sinistro. Si tratta di un iconografia raramente documentata in territorio ligure che ritroviamo nel San Giacomo Matamoros, bassorilievo marmoreo seicentesco del pulpito della chiesa di San Giacomo di Rupinaro. Due impronte, pregevoli opere di argenteria genovese con il simbolo della conchiglia jacopea, ancora oggi sono posti a chiusura dei tabarrini dei priori della confraternita durante la processione che si svolge in occasione della festa di San Giacomo, perpetuando il simbolo del viaggio penitenziale.
Nel centro di Levanto sorgeva una loggia, documentata dal XIII secolo, in cui si trovavano una pesa e la dogana, a 50 metri la darsena e un ospitale annesso alla chiesa di Sant’Andrea, documentato ancora nel 1584, testimoni dell’attività portuale del centro rivierasco. Sulla collina poco distante proprio sopra la loggia si trova l’oratorio di San Giacomo sede di una confraternita che affonda le radici del XIII secolo. Il sovrapporta marmoreo dell’oratorio della metà del XV secolo, proveniente da un edificio precedente, è uno dei più interessanti documenti raffiguranti il pellegrino diretto a San Jacopo di Compostela, rappresentato con veste e bordone, bisaccia, zucca per l’acqua e la conchiglia jacopea naturalmente realizzata, a testimoniare il viaggio verso finis terrae. Nello stesso edificio si conserva un interessante stendardo in tessuto dipinto che raffigura “San Giacomo Matamoros”.
L’immagine del Santo cavaliere, protettore dei fedeli cristiani, si diffuse in Europa grazie a Carlo V che, divenuto erede al trono di Spagna nel 1516, assunse come proprio patrono San Giacomo combattente. L’opera di Levanto, realizzata nel 1823 e restaurata nel 2009, una delle poche in Liguria a raffigurare il Matamoros, rappresenta il Santo con i tipici attributi iconografici: la mantella del pellegrino, con conchiglia sul lato destro, riferimento al pellegrinaggio e la croce simbolo dell’ordine di Santiago sul lato sinistro. Si tratta di un iconografia raramente documentata in territorio ligure che ritroviamo nel San Giacomo Matamoros, bassorilievo marmoreo seicentesco del pulpito della chiesa di San Giacomo di Rupinaro. Due impronte, pregevoli opere di argenteria genovese con il simbolo della conchiglia jacopea, ancora oggi sono posti a chiusura dei tabarrini dei priori della confraternita durante la processione che si svolge in occasione della festa di San Giacomo, perpetuando il simbolo del viaggio penitenziale.